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al testo di Annalisa Scialpi
La famiglia d’anime.
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Siamo troppo attaccati alla consapevolezza delle distorsioni educative subite nella famiglia d'origine. Carichiamo i nostri genitori biologici di troppe responsabilità e colpe. Li investiamo di una carica spropositata, come se fossero idoli. In realtà, stiamo solo proiettando su di loro gli archetipi che la civiltà ha costruito sul ruolo di padre e madre. Rimaniamo perciò legati ai nostri genitori da vincoli di avvicinamento/allontanamento, amore/odio e, con queste catene, restiamo eterni bambini. Dovremo vederla diversamente: i nostri genitori biologici sono soltanto 'medium' attraverso i quali facciamo ingresso nel mondo. Abbiamo, invece, una famiglia d'anime alla quale siamo legati da vincoli, appunto, d'anima. Ci sembra strano agire credendo di essere ispirati da 'altro' o da 'altri' che non siano i nostri condizionamenti ma, se diventiamo testimoni distaccati, osservatori dei nostri stessi pensieri, ci accorgeremo che è così. Siamo costantemente ispirati da 'voci' sconosciute. Nella nostra vita ci capita poi di fare quell'incontro che, per una ragione sconosciuta, ci ispira o ci appaga. Si tratta di persone con le quali, senza sapere perchè, ci sentiamo a casa. Noi stessi fino in fondo. Queste persone appartengono alla nostra famiglia d'anima. Il compito di queste persone che incontriamo e che, a volte, (momentaneamente) perdiamo di vista, è quello di ricordarci la nostra missione su questa Terra, nel luogo in cui ci troviamo o in cui abbiamo deciso di stare. Ci spronano ad agire senza legarci troppo a luoghi o persone, perchè la nostra casa è altrove: loro sono la nostra casa! Il senso di nostalgia e di esilio che taluni di noi sentono non è altro che il desiderio di tornare a casa.
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